Intervista doppia: studenti e docenti raccontano Motta Camastra FabLab

Oggi ci troviamo nell’estrema periferia di Roma, la borgata Finocchio, per parlare con la Prof.ssa Chiara Gentili e con Romina, Caterina, Fabio e Cristina, rispettivamente docente e studenti dell’Istituto Comprensivo Motta- Camastra.

Insieme a una squadra fortissima hanno ideato il progetto Motta Camastra FabLab e hanno sviluppato la fruttuosa campagna che ha raggiunto il 112% del budget una settimana prima della chiusura, da ben 83 finanziatori del territorio [la campagna si è chiusa con il 115% del budget raggiunto e 89 finanziatori coinvolti – ndr.].

Siamo un team costituito da sei persone più la Preside. Ci siamo dati degli incarichi specifici, ma ognuno di noi non disdegna di “chiamarsi” via via i nuovi compiti che sono da svolgere, come in una partita di pallavolo quando i giocatori si “chiamano” la palla in gioco. Secondo me, è proprio la squadra che ha funzionato. Il lavoro da fare è tantissimo e bisogna essere un gruppo volenteroso e coeso, solo così si vince. [Romina]

1.Il FabLab come incubatore di sogni

Il progetto si propone di costruire un laboratorio creativo – comunemente chiamato FabLab – nel quale giovani e meno giovani avranno la possibilità di immaginare e creare Arte (tramite la tridimensionalità, puzzle, composizioni), Musica (costruzione di strumenti) e dare sfogo alla propria fantasia.

Se puoi sognarlo, puoi farlo diceva Walt Disney; ecco perché la costruzione di uno spazio in cui creatività e fantasia possono avere uno sfogo, in cui i ragazzi si possano appassionare a progettare e rendere “reali” le loro idee, è così importante.

Un luogo come il FabLab serve da stimolo per lo sviluppo di competenze trasversali e pratiche manuali, favorendo l’inclusione di tutti gli alunni, soprattutto quelli con difficoltà e con specifici stili di apprendimento e perché ideare e costruire i propri giochi, anche didattici, favorisce lo sviluppo del pensiero creativo. [Prof. Gentili]

Lo scopo di questo progetto è quello di creare una rete di persone impegnate nella crescita educativa, culturale e formativa di noi ragazzi e delle loro famiglie. Immaginiamo uno spazio sociale, un “laboratorio condiviso” pronto ad accogliere tutti, anche ragazzi con comportamenti difficili o con con bisogni educativi speciali. [Caterina]

2. Il FabLab per coinvolgere e reinventare il territorio

In anticipo rispetto alla fine della campagna, era stato già raccolto il 112% del budget richiesto. Vediamo insieme come sono riusciti a portare a casa quello che è, indubbiamente, un risultato da campioni.

Qual è stato il segreto del vostro successo?

Sicuramente essere riusciti a motivare per primi gli alunni, soprattutto della scuola media, che hanno poi coinvolto gli adulti di riferimento […]. L’edificio in cui il FabLab verrà allestito, ha creato le condizioni per “invogliare” maggiormente la futura utenza a dare il proprio contributo. [Prof. Gentili]

Comunicare per coinvolgere. Utilizzare video esplicativi, divertenti, con “piccoli attori”. Usare molto whatsapp per rendere le informazioni accessibili a tutti e non permettere eventuali distorsioni o malintesi con il passaparola e, inoltre, per tenere sempre alta l’attenzione in tutte le fasi della campagna. Lanciare, seguire e testimoniare la cronologia e i contenuti della campagna attraverso una pagina Facebook aggiornata. [Romina]

Fin dall’inizio quindi, gli studenti sono stati parte integrante del progetto; dalla progettazione della campagna alla realizzazione del video promozionale. E’ stato inoltre necessario assegnare un ruolo ad ogni docente e le attività offline sono state coadiuvate dalla Presidente del Consigli d’Istituto, che è riuscita a coinvolgere anche i commercianti di zona.

Il lancio del progetto all’interno della scuola ha, senza dubbio, aiutato a chiarire gli obiettivi , garantendo trasparenza e rendicontazione verso l’esterno. La finalità di questo progetto non è la rincorsa alle ultime tecnologie, ma l’apprendimento all’uso consapevole e creativo degli strumenti digitali. [Prof. Gentili]

Il lancio del progetto a scuola è stato molto importante. In particolare, abbiamo avuto due momenti significativi: nella prima occasione, abbiamo incontrato i rappresentanti dei genitori, gli attori del video e i docenti: la sala era gremita. Nella giornata di lancio della campagna, invece, abbiamo organizzato un momento di festosa condivisione nel grande auditorium della nostra scuola con tutte le classi della medie, i genitori, i commercianti e alcune persone influenti del nostro territorio. Gli adulti sono stati, fin da subito, catturati dalla contagiosa allegria e dall’entusiasmo di noi ragazzi.

Un “incubatore di sogni“, ecco com’è stato descritto il progetto dalla stessa Prof.ssa Gentili, grazie al quale il territorio circostante farà  un gran passo avanti creando uno spazio di ricerca  e crescita per le imprese e gli artigiani del quartiere.

La zona di Finocchio vive da sempre diverse problematiche legate all’alta densità abitativa e alla mancanza di punti di aggregazione. La nostra scuola, quindi,  risulta essere una delle poche agenzie formative in grado di rispondere ai bisogni del territorio e, in particolare, dei giovani. [Caterina]

Grazie al progetto, si è creato non solo un collegamento tra le accademie e le realtà presenti in loco, ma anche circostanze favorevoli per lo sviluppo di nuove sinergie, quelle tra scuola e realtà produttive della zona, troppo spesso distanti tra loro.  Il Fablab nasce per reinventare un territorio privo di centri aggregativi e culturali. Uno spazio che diventi un punto di incontro e sperimentazione non solo per gli studenti, ma per l’intera comunità, che metta in connessione i membri e permetta ai ragazzi stessi di conoscere, di entrare in contatto e confrontarsi con le realtà del luogo in cui vivono, per imparare nuove modalità e strumenti di lavoro.

L’innovatività della proposta sta nel pensare la scuola finalmente come un luogo aperto al territorio anche in orari pomeridiani e serali. L’obiettivo sarà quello di coinvolgere non soltanto gli studenti, ma tutti coloro che hanno voglia di condividere esperienze, macchinari, risultati. [Caterina]

La scelta del crowdfunding come mezzo di finanziamento è stata fatta sia perché lo strumento stesso permette di coinvolgere tutti i beneficiari nel sostegno del progetto, sia per dare agli studenti l’opportunità di mettersi in gioco, mettendo in mostra qualità e potenzialità che non sarebbero mai potute emergere tramite una didattica frontale e tradizionale.

Il crowdfunding è stato anche utile per stimolare la socializzazione e la collaborazione, poiché

I ragazzi si sono sentiti coinvolti emotivamente ed hanno sviluppato un maggior senso di appartenenza alla comunità scolastica. [Prof. Gentili]

Il crowdfunding rafforza i rapporti con il territorio perché “raccogliendo” insieme e spendendosi per raggiungere un obiettivo comune, ci si sente parte integrante del progetto. [Romina]

L’esperienza del crowdfunding è indubbiamente uno strumento che potenzia, sia sul piano personale che su quello professionale, i docenti in primis, e successivamente noi alunni, che beneficiamo dell’innovazione e di un servizio di maggiore qualità. Noi studenti siamo stati coinvolti attivamente nelle attività di promozione e diffusione del progetto (video, testimonial, “ambasciatori”) e abbiamo maturato la consapevolezza della nostra autonomia; inoltre abbiamo sviluppato le competenze del lavorare in team, anche insieme ai nostri insegnanti. Il crowdfunding può misurare live l’incidenza delle persone. Inoltre, può essere considerato uno strumento didattico che “lega” tutti (ragazzi, docenti, genitori e personale scolastico) per raggiungere un obiettivo comune. Potenzia le competenze di interazione e cooperazione coi pari e con tutti i componenti della comunità scolastica: si collabora per migliorare tutti insieme la propria quotidianità. [Fabio]

Se, come diceva Albert Camus, “Creare è dare una forma al proprio destino”, non ci rimane che ringraziare la Prof.ssa Gentili, Romina, Caterina, Fabio e Cristina ed augurare a tutti gli studenti che hanno partecipato al progetto ed a quelli che verrano, di dare vita alla magia e di plasmare un brillante destino nel loro nuovo ed accogliente FabLab.

 

 

 

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  1. […] Con School Raising, in questi primi 3 anni, abbiamo supportato progetti concepiti all’interno delle mura scolastiche, che hanno visto la luce non tanto per la propria capacità di attrarre denaro, ma per quella di condividere un valore con una comunità più o meno estesa. Conferma ne son le parole dei promotori del FabLab del Motta Camastra nell’ultima intervista pubblicata sul nostro blog. […]

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