Bolognina Community Project: “Con il crowdfunding abbiamo portato 40 studenti a prendersi cura di un bene comune”

Abbiamo intervistato uno dei promotori di Bolognina Community Project, Marco Pignatiello, per condividere con voi la storia di una campagna di crowdfunding di successo (140% del budget raggiunto).

Il progetto si proponeva di coinvolgere, attraverso due laboratori – uno di site specific e uno di graphic journalism – alcuni ragazzi del quartiere bolognese della Bolognina, costruendo un percorso dal basso che rimettesse al centro il loro punto di vista e che – insieme ad artisti, fumettisti, curatori, ai docenti e grazie al supporto dei commercianti del Mercato Albani – immaginasse un nuovo racconto collettivo attraverso il fumetto e l’arte contemporanea. Nella pagina del progetto si legge:

Cosa succederebbe se fossero i ragazzi e le ragazze a raccontare come vivono e come attraversano il loro quartiere? E come potrebbe arrivare agli adulti un punto di vista inedito sullo spazio urbano, sui bisogni e desideri di chi conosce e interpreta il territorio attraverso linguaggi e codici differenti?

L’idea di utilizzare il crowdfunding, in questo progetto strettamente legato a un luogo e a una comunità, è maturata in maniera graduale durante le fasi iniziali di progettazione. Gli ideatori hanno compreso come il crowdfunding potesse rappresentare lo strumento che meglio si adattava al tipo di percorso che stavano costruendo e che poteva coinvolgere più realtà del quartiere e della città stessa: i singoli privati, le associazioni, le scuole, gli artisti e i commercianti dello stesso mercato che si trova al centro del progetto.

La pianificazione e il coinvolgimento

Bolognina Community Project si è posto l’obiettivo di massima inclusione della comunità locale e questo ha implicato numerosi attori attivi nella promozione della campagna stessa. Ci racconta Marco:

La promozione è stata portata avanti principalmente da sette persone, ma è difficile stabilire  il numero preciso di quanti si sono poi impegnati per aiutarci nella fase di diffusione.

Per questo, ancor prima, la progettazione della campagna ha richiesto anche un’attenta definizione dei ruoli progettuali:

Due di noi avevano il compito di pianificare i tempi, le ricompense, i passi da fare e la strategia comunicativa. Una terza persona si è occupata della parte grafica. Infine, con Smk videofactory abbiamo lavorato alla realizzazione dello spot video.

Scuola e comunità più vicine ed aperte alla promozione sociale

Il progetto ha interessato almeno 40 studenti di classi diverse: una partecipazione trasversale, dunque, e non di singole classi. Anche per questo motivo, oltre che per l’obiettivo civico- riqualificativo, è stato scelto di coinvolgere un pubblico di sostenitori più ampio:

La forza è stata proprio quella di intercettare gli attori presenti qui in Bolognina, che forse hanno visto nel nostro progetto degli obiettivi simili ai loro. Con alcuni avevamo già fatto delle cose insieme in passato e conoscevano bene l’idea che stavamo portando avanti. Altri sono stati contattati a campagna in corso e hanno contribuito volentieri; altri ancora, invece, sono stati una sorpresa perché non avevamo collaborazioni attive o strette relazioni, ma hanno deciso comunque di sostenerci, credendo nel percorso che stavamo attivando. Per quanto riguarda gli abitanti del quartiere, è stato fondamentale essere riconosciuti come realtà impegnata e radicata in Bolognina, che stava chiedendo a tutti uno sforzo per realizzare un progetto partecipato e aperto che includesse le scuole, le nuove generazioni, il Mercato e gli artisti.

Il valore aggiunto del crowdfunding è proprio quello di andare oltre i limiti delle conoscenze più vicine, ed infatti Marco sottolinea che:

Il supporto non è stato circoscritto al quartiere, ma Bolognina Community Project è stato sostenuto anche da altre realtà cittadine.

Il ruolo delle ricompense

Le ricompense, si sa, hanno un ruolo centrale in una campagna di crowdfunding, perché sono una delle leve di coinvolgimento dei potenziali finanziatori. In questo progetto, una in particolare [Adotta una serranda] ha avuto un grande successo. Marco ha provato a spiegarci le ragioni di questa riuscita:

Credo che il suo successo sia dovuto al fatto che questa ricompensa ha permesso alle realtà e ai singoli di sentirsi protagonisti del progetto, di sapere di aver contribuito alle spese per la realizzazione dell’opera in maniera concreta. Il loro sostegno era immediatamente visibile e resterà in uno spazio pubblico [il nome di ogni sostenitore comparirà sulle singole serrande del Mercato di via Albani, ndr.]

In altre parole:

E’ importante che le ricompense siano davvero interessanti per i potenziali finanziatori e che il progetto, se di comunità, sia il più collettivo possibile.

Street-Art-su-una-serranda-alla-Bolognina-480x393

La diffusione mediatica del progetto

Ma avere delle ottime ricompense e puntare al coinvolgimento di una ampia fetta di popolazione non è abbastanza nel crowdfunding. Niente di tutto questo sarebbe possibile senza una impegnata e coerente campagna di comunicazione. Fra le azioni di promozione realizzate, quelle che hanno avuto maggior impatto sono:

Lo spot video e la campagna di adozione hanno avuto una grande diffusione, e in parte abbiamo ricevuto anche un po’ di attenzione dalla stampa. Credo, però, che l’azione che ha avuto maggior successo sia stata l’open call che abbiamo lanciato per cercare artisti interessati a prendere parte al percorso di arte pubblica: abbiamo ricevuto numerosissime richieste e il progetto ha avuto una grandissima risonanza sui social network.

Continua Marco:

Consiglio una cura particolare dei canali social e di non farsi trovare impreparati all’inizio della campagna, iniziando molto prima del lancio a stabilire relazioni con realtà specifiche potenzialmente interessate. Ovviamente è importante scegliere il giusto “intermediario”; il fatto che School Raising sia una piattaforma di crowdfunding civico pensata appositamente per il finanziamento di progetti educativi ha facilitato molto la nostra strategia.

Infine, abbiamo chiesto a Marco cosa ne pensa del crowdfunding dopo questa esperienza positiva, che ha riscontrato un particolare successo locale e che gli ha permesso di raggiungere l’obiettivo ben prima della scadenza, sorpassandolo ampiamente:

Il merito del nostro successo è dovuto a come siamo riusciti a comunicare la qualità del progetto attraverso la campagna. Perché il crowdfunding ti obbliga ad esporti pubblicamente e quindi a comunicare bene l’idea che vuoi realizzare. Inoltre, è stato importante l’aver pensato bene ai vari elementi progettuali centrali nel crowdfunding: le ricompense, la promozione, il target che intendevamo intercettare. Le domande principali che ci siamo posti sono state: A chi ci rivolgiamo? Perché dovrebbero sostenerci? Qual è la nostra comunità di riferimento?

Conclude Marco:

Continueremo ad utilizzare il crowdfunding anche in futuro, perché permette di aprire un progetto alla partecipazione e al coinvolgimento di persone e realtà diverse, di allargare la rete e di comunicare il valore di un progetto prima della sua realizzazione effettiva.

Per avere maggiori informazioni, ecco la pagina del progetto.

Ricordiamo, inoltre, per chi fosse a Bologna, il Festival Baum – Bolognina Arti Urbane in Movimento che si terrà i prossimi 13- 15 maggio, durante il quale saranno presentati i risultati dei laboratori realizzati all’interno di Bolognina Community Project‬ e il lavoro sulle serrande.

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