Consigli per un crowdfunding scolastico di successo – Il caso del progetto “Dal testo alla scena”

Una piattaforma di crowdfunding non è una borsa con dei soldi dentro: non basta pubblicare un progetto sulla piattaforma per sperare di raccogliere il budget necessario. Alla base del successo di una campagna di crowdfunding c’è un’attenta pianificazione delle attività di comunicazione e coinvolgimento della community.

E’ fondamentale definire le azioni da svolgere con attenzione e dedizione e cominciare a diffondere il progetto ancor prima che la campagna abbia inizio.

Ancora meglio se ci si organizza in team e si definisce un ruolo per ogni componente. Per quanto riguarda il crowdfunding scolastico poi, coinvolgere attivamente gli studenti è un’azione di primaria importanza.

Chi ha pianificato e realizzato una campagna di diffusione efficace è la progettista Luisa Mirone, docente del Liceo Archimede di Acireale, che, ormai da 6 anni, porta avanti un laboratorio teatrale dal nome Dal testo alla scenanato dall’osservazione di alcuni atteggiamenti tipici degli adolescenti che ciascun insegnante riscontra nei propri studenti. Tali atteggiamenti vanno compresi e canalizzati allo scopo di fare del percorso scolastico un autentico percorso di formazione. Il teatro si offre come strumento ottimale per scoprire, oggettivare e affrontare criticamente l’insorgere di tali conflitti esistenziali all’interno dei giovani.

Quest’anno, Luisa e i suoi studenti, vogliono partecipare al festival teatrale Chi è di scena che si terrà il prossimo maggio ad Acireale (CT) e per questo hanno avviato una campagna di crowdfunding sulla nostra piattaforma, attiva fino al 20 Febbraio.

La campagna, in pochissimi giorni, ha raggiunto e superato il budget richiesto grazie al supporto di 56 persone, tra cui anche alcuni ex studenti del laboratorio che hanno commentato così la loro esperienza e la decisione di contribuire al progetto:

Abbiamo deciso di intervistare Luisa, per sapere qualcosa in più su come hanno operato per realizzare una campagna di tale successo.

L’idea di ricorrere al crowdfunding, ci spiega, non è partita dalla scuola ma:

La proposta di ricorrere a questa forma di autofinanziamento, per noi del tutto inusitata, è venuta anzi da alcuni genitori particolarmente sensibili e presenti nella vita della nostra scuola. Una vera e propria scommessa! (vinta, aggiungiamo noi di School Raising)

Il crowdfunding è un lavoro di squadra in cui tutti, dai docenti agli studenti, passando per i genitori, giocano un ruolo fondamentale:

Io stessa, in qualità di docente, ho curato la stesura dei testi. I genitori hanno realizzato concretamente le riprese, il montaggio, la realizzazione di entrambi i video e hanno seguito l’avvio e la conduzione della campagna mediatica. Gli studenti sono stati coinvolti nella realizzazione del video. Una volta iniziata la campagna, gli studenti hanno spontaneamente coinvolto i loro familiari e amici, anche attraverso il supporto dei social.

Per avere successo – e sappiamo di averlo ripetuto più e più volte, ma repetita iuvant – è necessario un lavoro quotidiano che comincia ancora prima che la campagna abbia inizio. Luisa ci spiega gli step che hanno seguito:

Per prima cosa, è stata creata la pagina Facebook, qualche giorni prima dell’inizio della campagna. Questo è servito a creare l’attesa. Contemporaneamente, ognuno dei soggetti coinvolti nella progettazione ha realizzato una mailing list di contatti personali e qualcuno fra i genitori si dava da fare per cercare potenziali sponsor. Quando il video è stato caricato sulla piattaforma School Raising, sono state inviate le email con il link del sito e il link stesso è stato reso noto attraverso i social. Avviata la campagna, si è cercato di tenere viva l’attenzione sia attraverso la cura costante della pagina Facebook, sia attraverso il coinvolgimento della stampa locale e di alcune testate online.

In Italia la cultura del crowdfunding sta prendendo piede, ma, per il momento, è quasi normale scontrarsi con alcune problematiche ancora reali come:

la diffidenza verso i sistemi di pagamento online e verso l’idea stessa del finanziamento privato a un ente pubblico.

Il crowdfunding funziona per cerchie. Solo dopo aver raggiunto il primo cerchio, quello composta da amici e parenti, sarà possibile intercettare il cerchio più lontano, cioè quello composto da sconosciuti che vengono a conoscenza del progetto e sono interessati a contribuire. Questo è confermato da Luisa, che spiega:

sono stati i contatti personali la leva del successo nella prima fase della campagna. Successivamente l’interesse dei media e l’emulazione potrebbero avere incoraggiato gli scettici. Difficilmente avremmo avuto lo stesso risultato con altre campagne di autofinanziamento.

Infine, alla domanda Fareste nuovamente ricorso al crowdfunding? Luisa ci risponde senza pensarci:

Si, perché crediamo che sia non solo efficace, ma soprattutto altamente formativo: presuppone una progettualità che diventa azione aggregante per il raggiungimento di un obiettivo. Questo proprio nella scuola, massima e insostituibile agenzia formativa, è occasione per stimolare i ragazzi a fissare obiettivi anche ambiziosi, a credere nelle proprie potenzialità e a essere artefici del proprio futuro.

Quest’ultima frase è per noi una enorme soddisfazione! Come abbiamo sempre sottolineato infatti, per noi il crowdfunding, specialmente in ambito scolastico, è uno strumento didattico che ci permette di introdurre nelle scuole temi e strumenti innovativi. Sapere che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo ci dà la carica per proseguire in questa direzione.

Un grosso in bocca al lupo a tutti i ragazzi, docenti, genitori che hanno lavorato al progetto Dal testo alla scena e grazie a Luisa per questa bella intervista.

Per chi volesse scoprire di più sul progetto e magari sostenerlo, trova qui la scheda completa.

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