Violenza contro le donne: i numeri in Italia e come è stata contrastata negli Stati Uniti (conoscete Esta Soler?)

La scorsa sera ho visto l’intervento di Esta Soler al TEDx. Ed è stato immediato il collegamento con il laboratorio teatrale del Malafarina di Soverato che quest’anno, anche grazie ai vostri finanziamenti, realizzerà uno spettacolo proprio sulla violenza contro le donne.

Ma andiamo con ordine.

Chi è Esta Soler

E’ la fondatrice del Futures Without Violence, organizzazione no-profit basata negli USA che ha l’obiettivo di riconoscere, preventivare e ridurre la violenza contro donne e bambini, e famosa per essere riuscita in pochi anni a far approvare dal Congresso il Violence against Women Act.

Durante un suo intervento, di cui riportiamo il video, Mrs. Esta Soler racconta i suoi 30 anni di lotta contro la violenza di genere.

Tutto comincia nel 1980, grazie ad una Polaroid, unico strumento, all’epoca, in grado di fornire delle prove e poter andare davanti ad un giudice non parlando di una semplice “lover quarrel” (lite amorosa), come era spesso definita dai pubblici ufficiali, ma di una violenza reale e fotografata.

[testimonial background_color=” name_color=” name=”Esta Soler” image_link=’http://images.ted.com/images/ted/tedindex/embed-posters/EstaSoler_2013W-embed.jpg’]

this violence is not inevitable, that it is learned, and if it’s learned, it can be un-learned, and it can be prevented

[/testimonial]

Tra il 1993 e il 2010 la violenza sulle donne nel Stati Uniti si è ridotta del

[progress_bars type=’normal’]

[progress_bar title=”” percent=”64″ color=’White’ background_color=” noactive_background_color=” top_gradient=” bottom_gradient=”]

[/progress_bars]

Come è successo?

Parlare, condividere, diffondere sono queste le azioni alla base di questo risultato.

Nel 1984 un esponente del Congresso definì il Violence Against Woman Act “togliere il divertimento al matrimonio”

Peccato che a quei tempi non c’era Twitter, dice Esta durante il suo intervento.

Dopo 10 anni la proposta di legge è stata approvata.

Per migliorare i numeri e quindi ridurre ulteriormente la percentuale di crimini sulle donne, ciò che bisognava aumentare era la visibilità, ed ecco che entrano in gioco Facebook, Youtube, Twitter, Google. La tecnologia è nostro alleato e ci aiuta a raccontare e diffondere le nostre storie nel modo più efficace.

Numeri a paragone

[two_col_50_50_col1]

[counter type=’type1′ position=’left’ delay=” digit=’158′ font_size=” font_color=’Red’]

[/counter]

gli articoli di denuncia pubblicati sul New York Times nel 1980

[/two_col_50_50_col1]
[two_col_50_50_col2]

[counter type=’type1′ position=’left’ delay=” digit=’7000′ font_size=” font_color=’Red’]

gli articoli di denuncia pubblicati sul New York Times nel 2000.

[/counter]

[/two_col_50_50_col2]

Eppure tra il 1993 e il 2010 la violenza sulla donne si è ridotta del 64%.

Secondo Mrs. Esta Soler, un altro fattore importante per ridurre ulteriormente questo tipo di violenza di genere è parlare proprio con gli uomini.

Perchè non si può risolvere questo problema solo con il 50% della popolazione e perché gli uomini sono i coach dei propri figli.

E in Italia?

E in Italia arriva il richiamo dell’Onu al Governo, infatti Rashida Manjoo, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne dice:

[testimonial background_color=” name_color=” name=”Rashida Manjoo” image_link=’http://www.un.org/News/dh/photos/large/2011/August/467631-manjoo.jpg’]

In Italia [la violenza contro le donne] resta un problema grave, risolverlo è un obbligo internazionale

[/testimonial]

Nel 1985 l’Italia ha ratificato la Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW) adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel ’79, impegnandosi ad adottare «misure adeguate per garantire pari opportunità a donne e uomini in ambito sia pubblico che privato».

Il monitoraggio dei risultati avviene ogni quattro anni. Gli Stati firmatari presentano un rapporto governativo con tutti gli interventi portati avanti per raggiungere i risultati richiesti dalla Cedaw.

Secondo Rashida Manjoo, in Italia,

Dall’inizio degli anni novanta è diminuito il numero di omicidi di uomini su uomini, mentre il numero di donne uccise da uomini è aumentato

I numeri li conosciamo:

[two_col_50_50_col1]

[progress_bar_icon noactive=’grey’ active=’red’ icons_number=’3′ active_number=’1′ icon=’woman’]

Una donna su tre in una età compresa tra i 16 e i 70, è stata vittima di violenza.

[/two_col_50_50_col1]
[two_col_50_50_col2]

[pie_chart type=’normal’ delay=” percent=’35’ percentage_color=” active_color=’#1376BF’ noactive_color=”][/pie_chart]

la percentuale di donne che non denuncia il fatto.

[/two_col_50_50_col2]

Nel 2013, tra Gennaio e Giugno sono 63 le donne uccise, di queste il 13% aveva chiesto aiuto per stalking.

Le leggi per proteggere le vittime ci sarebbero, riconosce Rashida Manjoo. Non sono, però, sufficienti.

Diversi fattori le rendono poco efficaci e contribuiscono al silenzio delle vittime, come:

[ordered_list]

  1. Dipendenza economica
  2. Inchieste malfatte
  3. Sistema di istituzioni e regole frammentato
  4. Lungaggine dei processi
  5. Inadeguata punizione dei colpevoli

[/ordered_list]

D’altronde il “diritto” degli uomini a picchiare le donne è storia dei nostri nonni: la legge che lo ha abrogato è solo degli anni Settanta.

Mi riferisco alla legge del 1975 che, riformando il diritto di famiglia, stabilisce quella parità tra i coniugi nel diritto di famiglia che la Costituzione aveva già recepito.E poi ci sono, ovviamente, le leggi per fermare la violenza: quella del 1996, quando finalmente, e tardivamente, la violenza sessuale diventa reato contro la persona e non contro la moralità pubblica e si stabiliscono pene gravi per chi compie violenza; e quella del 2009 che introduce il reato di stalking, per arrivare a quella contro il femminicidio approvata non molto tempo fa in Senato.

Insomma, solo trent’anni fa a un marito, un padre era consentito picchiare in quanto mezzo per “correggere” il comportamento delle donne, ricorda Ileana Aesso nel Quinto Stato: Storia di donne, legi e conquiste. Dalla tutela alla democrazia paritariaGlielo riconosceva il codice penale e civile a patto che non ne abusasse. Ma il limite poche volte era stato chiarito lasciando nel dna della società e della cultura italiana l’abuso delle botte e la “disattenzione” ai diritti delle donne.

Il laboratorio teatrale del Malafarina di Soverato

Ripensando a Sei Cattivo, il titolo del prossimo spettacolo del Malafarina, il collegamento tra Esta Soler e il laboratorio teatrale è facile ed immediato.

Enzo Femia è stato il primo a sottolineare l’aspetto educativo e di stimolo che l’affrontare temi a volte scomodi può avere sui ragazzi:

“Lo spettacolo dell’anno scorso affrontava il tema dello spreco dell’acqua: a forza di ripetere le prove fino alla perfezione, nessuno dei ragazzi che lasciava il rubinetto aperto mentre si lava i denti.”

Maggiori informazioni sulla storia del Laboratorio Teatrale del Malafarina le trovate qui.

L’immagine scelta per questo articolo è la copertina del libro “Roberta Lanzino, Ragazza”, il primo fumetto italiano dedicato a una vittima della violenza sulle donne.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *