Guglielmo Apolloni: “Perché in School Raising vedo uno strumento per individuare le opportunità nella scuola” [Intervista al Team]

guglielmo-apolloni-londonE se volessimo conoscerci un po’ meglio?  

Iniziamo da noi. Ci presentiamo attraverso piccole interviste.

Oggi tocca a Guglielmo, uno dei co-founder di School Raising, ad oggi l’unico proveniente dal team originario, nato attorno al progetto durante lo start-up week-end di Milano nel lontano 2010.

Intervista e domande a cura di Luca Talarico

School Raising è un progetto nato nel 2010 e vincitore dello start-up week-end di Milano, ma soltanto ora sta venendo fuori, come mai? Aspettavate che le scuole cadessero a pezzi?

Come si ha avuto modo di dire in questo blog, le idee sono cheap, sono economiche. Il bello sta nello svilupparle. Ed è qui che diventano fondamentali le persone che compongono il team, le loro energie.

Dal 2010 ad oggi il team di School Raising ha sperimentato diverse formazioni, cambiate a cause della mancanza di tempo dei diversi membri. Io stesso sono stato lì lì per abbandonare il progetto, mettendolo nella cartella (purtroppo ancora vuota) dei progetti #failed.

Alla fine, assieme a Dolma e Marianna, abbiamo deciso di portarlo avanti. All’interno di questa seconda fase si inserisce il quarto co-founder, Luca, che ha lavorato con me al progetto grazie al programma Erasmus per Giovani Imprenditori. Ora direi che il core team, con tutte le diverse competenze, è pronto.

Infine no, non aspettavamo che le scuole cadessero a pezzi. School Raising non vuole infatti sostituirsi allo stato, o sollevarlo dai suoi compiti. Gli si affianca come strumento in più per individuare le priorità e le opportunità nate all’interno del sistema scolastico stesso.

Un esempio? Se un progetto per finanziare l’acquisto di un pc per ogni studente non ottiene un finanziamento, mentre quello su uno spettacolo di danza sì, al netto di alcune variabili (siamo sempre noi ad affiancare le scuole nella comunicazione), possiamo dire che la comunità attorno alla scuola vede nel secondo una priorità didattica rispetto alla prima.

Ma ovviamene lavoreremo per avere entrami i progetti finanziati, anche grazie al contributo della comunità stessa che può e deve proporre cambiamenti del progetto in fase di crowdfunding. Come? suggerendo ad esempio che il pc per ogni studente dovrebbe essere sostituito da un aula informatizzata con tablet, tagliando sui costi a vantaggio della formazione degli insegnanti in ambito tecnico.

Sei un esperto di comunicazione, che relazione c’è, secondo te, tra comunicazione e crowdfunding?

Esperto mi sembra eccessivo, anche se è vero che ho avuto sempre la fortuna di lavorare con un bel network di professionisti della comunicazione (ma questa è un’altra storia). Anche qui, il giusto team fa la differenza.

La relazione tra crowdfunding e comunicazione c’è eccome. Molto spesso (sempre), nei progetti che seguo abilitiamo conversazioni e non comunicazioni one-way. Nel crowdfunding questo è necessario. Vedi per esempio le potenzialità di una conversazione come quella riportata nella risposta precedente: in questo caso la conversazione diviene anche co-creazione (co-design).

Per farlo bisogna puntare sulla semplicità e trasparenza, sull’emozione e sull’ascolto. Abilitare tutto il team di School Raising ed i collaboratori a venire a promuovere questo approccio è oggi una delle priorità del nostro team.

School Raising si divide tra Milano e Berlino, dove stiamo lavorando tra le mura di un co-working, quanto incide secondo te l’ambiente sulle lavoro del team? Non è un minus lavorare così lontani dal luogo di partenza?

Citando un’amica italiana qui di Berlino: “Quando dico di chiamare da Berlino, l’attenzione per quello che sto per dire  si alza”.

Ma non è solo questo, non è solo l’identità competitiva della capitale tedesca. Sono anche i talenti che vi girano attorno, dentro e fuori dal nostro coworking. Penso a Philip, che per amore del progetto ci ha aiutato a sviluppare il sito dove verrà pubblicata questa intervista, ma anche ai ragazzi con i quali abbiamo organizzato il secondo Social Workshop Berlinese. Collaborazioni che nascono in un contesto semplice, permettendosi il lusso di focalizzarsi sugli obiettivi.

Lo spostarsi da Berlino a Milano, da Milano a Bologna, ed ora anche Catanzaro, la comunicazione tra il team Berlinese e quello di Milano: questi movimenti sono ciò che ci arricchiscono e danno energia al team.

Immergersi nella realtà catanzarese per poi tornare a Berlino e Milano per rielaborare il tutto da lontano, questo è un plus, non un minus. Inoltre la lontananza poi da Catanzaro la accorciamo grazie ai low cost ma soprattutto al bravissimo Alessandro Tarantino che ci sta aiutando nella diffusione locale del progetto.

Come sogni School Raising tra un anno? Come ti piacerebbe vederla?

Non voglio svelare troppo la visione del progetto (le interviste agli altri membri del team saranno occasione per farlo), mi limito a dire:

  • in network con istituzioni, imprese,
  • diffuso a livello nazionale e non solo,
  • ricco di gente giovane ed in gamba a lavorarci!
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