Il ritardo digitale delle scuole in Italia
Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel corso del suo intervento alla seconda edizione dell’Italian Digital Agenda Forum, ha affermato che “L’italia è in ritardo, bisogna ripartire dalle scuole”.
A queste parole vogliamo affiancare i numeri pubblicati dall’Ocse in un rapporto chiamato «Review of the italian strategy for digital school»
Secondo l’Organizzazione, infatti, con l’attuale tasso di diffusione sarebbero necessari 15 anni per raggiungere i livelli di diffusione delle tecnologie digitali registrate ad esempio in Gran Bretagna, dove l’80% delle classi può contare su strumenti informatici e digitali.
L’Italia in quanto a dotazione digitale è uno dei fanalini di coda nella classifica dell’area europea, dietro a Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovenia. Peggio di noi solo Romania, Slovacchia e Turchia.
Ecco alcuni dati sul ritardo digitale delle scuole italiane:
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Nella scuola primaria c’è un computer ogni 15 studenti
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Nella scuola secondaria c’è un computer ogni 11 studenti
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Nella scuola secondaria di secondo grado c’è un computer ogni 8 studenti
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Solo il 14% delle scuole è dotata di strumenti informatici
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Solo il 21,6% delle aule hanno le LIM
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Le aule connesse in rete sono solo il 54%
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Secondo l’Ocse, il Piano Nazionale Scuola Digitale lanciato nel 2007 dal Miur, “utilizza le sue modestissime risorse finanziarie per attuare una visione realistica e ambiziosa dell’innovazione: le scarse risorse del Piano hanno limitato l’efficacia delle sue diverse iniziative. È soprattutto a causa della mancanza di risorse più che di una scarsa domanda da parte delle scuole e degli insegnanti, che la presenza delle dotazioni tecnologiche nelle classi è ancora molto bassa”.
L’Ocse ricorda che sulle dotazioni multimediali e sulle Ict il Piano italiano per la Scuola Digitale ha stanziato 30 milioni di euro all’anno per 4 anni, ossia meno dello 0,1% della spesa pubblica per l’istruzione (ovvero meno di 5 euro per studente di
scuola primaria e secondaria all’anno). “Un aumento significativo delle risorse attraverso finanziamenti pubblici o privati – spiega l’Ocse – è una condizione necessaria al successo del Piano così com’è attualmente configurato”.
da qui
leggo: “meglio di noi solo Romania, Slovacchia e Turchia”.
Non vi sembra contraddittoria questa frase?
Rileggetela magari ;-)
Grazie Emiliano per il suggerimento,
a leggere bene si capiva il senso, ma meglio sempre rendere più scorrevole e facilmente comprensibile il testo.
Infatti l’abbiamo cambiato
penso che il vero ritardo della scuola italiana non sia nel dare a ogni studente un pc o un ipad. Semmai questo della digitalizzazione è un problema più della amministrazione pubblica. Nella scuola è necessario rinnovare i metodi di insegnamento, i programmi. E’ molto facile spendere i soldi per acquistare PC, che in 3 anni sono già vecchi. Molto più difficile ma produttivo investire sui cervelli quelli veri…!
Ciao Pier Paolo, concordo in parte.
Prima di tutto: School Raising parte dalla convinzione che un problema dell’amministrazione pubblica è un problema di tutti.
Hai pienamente ragione sul fatto che la digitalizzazione non è solo infrastruttura ma soprattutto creazione di una cultura digitale.
Tra due settimane pubblicheremo un progetto par portare 60 tablet in due classi. Infrastruttura necessaria per sperimentare la Flipped Classroom. In quella occasione saremo entusiasti di avere un tuo contributo.