Alternanza Scuola Lavoro: da problema a opportunità per (r)innovare la didattica
Sono 4 le campagne sulla nostra piattaforma (Andiamo a Berlino per imparare a fare impresa, migliorando la scuola, Your valence for our Valencia, Fly up to Praga e Road to Berlin) che hanno come obiettivo quello di raccogliere fondi per un viaggio di istruzione all’estero tutt’altro che scontato!
Tre dei quattro gruppi parteciperanno alla variante del nostro Social Innovation Tour, per l’occasione combinata al laboratorio di competenze di co-progettazione. Il quarto gruppo farà un’esperienza simile con un partner di Valencia.
Il Social Innovation Tour non è una semplice visita culturale a una città, ma cerca di andare nel profondo e far entrare in contatto i ragazzi e le ragazze che partecipano con quelle che sono le realtà imprenditoriali del territorio, in ottica di scambio, confronto e apprendimento sul campo.
Nello specifico, le destinazioni previste sono Berlino, Praga e Valencia, tre città europee riconosciute come centri di innovazione. I viaggi sono la conclusione di altrettanti percorsi di Alternanza Scuola Lavoro condotti, a partire dalla terza superiore, con 4 classi del Liceo Scientifico Archimede di Acireale, in provincia di Catania.
Quando una mamma fa la differenza
L’idea di concludere i percorsi di Alternanza con un viaggio è di Giovanna Privitera, mamma di una delle alunne del Liceo. Le abbiamo chiesto cosa l’ha spinta a proporre questo progetto, sia come madre, sia come cittadina che ha a cuore la formazione dei cittadini di domani.
Buona lettura!
1. Iniziamo con le presentazioni
Raccontaci brevemente chi sei e che rapporto hai con l’Alternanza Scuola lavoro della tua scuola
Sono rappresentante dei genitori nel consiglio d’Istituto del Liceo Archimede di Acireale da diverso tempo. Mia figlia frequenta il quinto anno e all’inizio del suo terzo anno scolastico la scuola ha dovuto avviare (per la prima volta) il percorso di Alternanza Scuola Lavoro (da ora in poi, ASL, ndr).
Considerato anche che la formazione liceale non presuppone sbocchi occupazionali già definiti, ma lascia aperte tutte le strade per i futuri ambiti lavorativi degli studenti, si è pensato di coinvolgere l’università ed in particolare il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Catania, da anni impegnata a promuovere la cultura d’impresa e l’innovazione con la progettazione di startup.
E’ stata così attivata una convenzione e avviato un percorso di impresa simulata che ha portato gli studenti ad acquisire skills spendibili sul versante della progettualità, del fare impresa, del lavoro in gruppo.
2. Il perché del progetto
Com’è nata l’idea di portare tutte le classi della scuola di tua figlia al Social Innovation Tour?
Sono stata io a proporre al dirigente scolastico, il prof. Riccardo Biasco, ed al tutor universitario, il prof. Rosario Faraci, di concludere il percorso con un’esperienza all’estero, nelle capitali europee dell’innovazione sociale.
Avevo letto sul web del Social Innovation Tour e mi sembrava il modo migliore per completare il percorso.
Inoltre, è sembrato a tutti assai stimolante e formativo che i ragazzi potessero fare esperienza sul campo, confrontandosi con gli imprenditori nei luoghi più innovativi d’Europa. La proposta del Social Innovation Tour mi è sembrata particolarmente interessante, inoltre, perché propone il confronto con imprese che hanno un forte impatto sociale e che si inseriscono in un contesto di economia sostenibile: è questa la vera innovazione, è questo il valore di un viaggio alla scoperta di un nuova realtà economica e sociale.
3. Collaborazione tra scuola, genitori e Università
Quali sono stati i migliori momenti di soddisfazione e come hai superato quelli più difficili?
Il progetto ha coinvolto nove classi del Liceo Scientifico tradizionale per un totale di 180 alunni. Proporre un viaggio d’istruzione che contenesse anche un percorso di ASL per un numero così elevato di studenti è stata un’idea veramente ambiziosa.
Molte e insidiose sono state le questioni burocratiche legate all’organizzazione; inutile nascondere le profonde contraddizioni che riguardano l’ASL.
Sicuramente posso dire che senza la massima collaborazione tra la scuola e le famiglie questo progetto non si sarebbe potuto portare a termine.
Massima collaborazione significa:
- rispetto delle esigenze della scuola (formalità burocratiche, ruoli e compiti dei docenti),
- trasparenza
- condivisione delle decisioni.
4. Alternanza Scuola Lavoro: croce e delizia della scuola italiana :)
Perché avete scelto l’impresa simulata come percorso di ASL?
La collaborazione con l’Università attraverso il progetto “startup impresa simulata” ha dato agli studenti la possibilità di “lavorare” a scuola e di acquisire competenze trasversali che arricchiscono il curriculum e che potrebbero essere la base di future carriere imprenditoriali.
Da madre, come credi questo tipo di percorso si inserisca e colleghi alla didattica tradizionale?
Premesso che non ritengo l’ASL un’intervento migliorativo della scuola, ho sentito tutto il peso delle contraddizioni legate alla sua introduzione nel percorso scolastico. L’inserimento delle ore obbligatorie di ASL, a mio parere, non va nella direzione di una formazione più completa, tanto più che la scuola da sempre offre agli studenti percorsi pomeridiani di ampliamento dell’offerta formativa, di approfondimento disciplinare o legati a competenze trasversali. Se si aggiunge, poi, la scarsità di fondi destinati a questa attività obbligatoria, si può comprendere quanto sia difficile sviluppare percorsi formativi validi.
Mi sento di dire che l’ASL è stata per noi l’occasione di trasformare un problema in una opportunità, che altrimenti non si sarebbe verificata. L’idea di concentrare le ore di Alternanza in un viaggio di istruzione “alternativo”, è nata proprio dall’esigenza di coniugare due bisogni: quello formativo e quello di ottimizzazione dei tempi, per evitare di disperdere energie durante l’intero anno scolastico, togliendo tempo alle attività didattiche tradizionali. Abbiamo deciso perciò di concentrare le attività dell’ASL in un tempo definito e limitato, quello del viaggio, in modo da agevolare ancora di più gli studenti del quinto anno che, in questo modo, possono poi dedicarsi allo studio per affrontare l’esame di maturità.
Grazie alla collaborazione e al confronto tra studenti, docenti e genitori si è sviluppata questa idea. Per cui, posso concludere che le attività di ASL possono diventare funzionali al percorso formativo quando si integrano con le attività di ampliamento dell’offerta formativa già previste dalla scuola.
5. Il crowdfunding: l’occasione per fare esperienza diretta
Avete lanciato una campagna di crowdfunding per il finanziamento di alcune delle attività: quali azioni avete sviluppato? Quali attività devono svolgere i ragazzi?
La campagna di crowdfunding, oltre che finalizzata alla raccolta fondi, è stata anche proposta per dare agli studenti l’occasione di sperimentarsi con questa modalità di finanziamento. I ragazzi si sono organizzati in autonomia realizzando il video e preparando i testi necessari alla pubblicazione online.
6. Le aspettative per il futuro
Che risultati sperate di ottenere da un percorso come questo?
Gli obiettivi del progetto, introduzione alla cultura d’impresa e sviluppo di capacità progettuali, sono certo un bagaglio in più che gli studenti portano a casa; ma ancora di più lo è l’esperienza del viaggio, che spero sia catalizzatore di competenze e stimolo per affrontare le scelte future.
Sarà proprio il viaggio il vero valore aggiunto di questa esperienza che dura da tre anni. Visitare i luoghi dell’innovazione e confrontarsi con gli imprenditori può significare vedere con occhi diversi il proprio territorio e – mi auguro – sarà l’occasione per i ragazzi per sviluppare una visione nuova e aperta nei confronti della propria realtà. Al ritorno dal viaggio spero sia ben chiaro per loro che lo sviluppo di un territorio economicamente depresso come il nostro ha bisogno di innovazione e che l’innovazione non è un concetto astratto, ma è l’attività di persone che si sono messe in gioco.
Infine, è solo apparentemente marginale, l’aspetto che ha visto scuola e utenza collaborare per la realizzazione del progetto trovandosi, quindi, a condividere gli stessi problemi. Ciò credo abbia dato agli studenti e alle famiglie, ormai alla fine del loro percorso scolastico, la chiara percezione di quanto sia difficile e pieno di ostacoli il lavoro di dirigenti scolastici, docenti, amministrativi e di tutti quanti sono dentro il sistema scuola.
Cosa consiglieresti a un’altra madre che volesse fare un’esperienza simile nella scuola dei propri figli?
Come in tutte le situazioni complesse molto dipende dalle condizioni in cui il progetto si sviluppa. Più che di consigli, io parlerei di condizioni essenziali in cui un progetto come il nostro può essere proposto e portato avanti:
- massima condivisione con il dirigente scolastico,
- collaborazione con esperti esterni (nel nostro caso l’Università e School Raising),
- disponibilità dei genitori ad essere collaborativi
- coinvolgimento di persone con molta determinazione e capacità di affrontare con pazienza e razionalità le difficoltà.
Noi ci auguriamo che ci siano sempre più persone come Giovanna, che abbiamo il coraggio di mettersi in gioco e di mettersi al servizio della propria comunità. La scuola, infatti, non è una istituzione a sé stante: i ragazzi devono essere inseriti e consapevoli del contesto che li circonda. Quanto più la scuola riesce a coinvolgere e collaborare con la comunità in cui è inserita, meglio svolgerà il suo ruolo: formare i ragazzi di oggi significa, infatti, crescere i cittadini di domani.
I luoghi dell’innovazione che i ragazzi/e visiteranno a Berlino
I luoghi dell’innovazione che i ragazzi/e visiteranno a Praga
Per maggiori informazioni sui nostri Social Innovation Tour, leggete qui o scriveteci a info@schoolraising.it
Qui l’articolo di Orizzonte Scuola sul progetto del 7 febbraio.
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[…] abbiamo già raccontato qui delle 4 classi del Liceo Archimede di Acireale (CT) e della loro esperienza di Alternanza Scuola […]
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